Final Four 2007 – L’Europa parla greco

La finale che tutti aspettavamo ma non osavamo chiedere, probabilmente una delle più belle finali degli ultimi anni, accompagnata da una cornice di pubblico incredibile: più di 18.000 spettatori hanno riempito il palazzetto di Oaka sostenendo la squadra di casa, con qualche macchia rossoblù ad incoraggiare la corazzata russa.
Il Panathinaikos Atene porta a casa la sua terza Eurolega dopo i trionfi del 2000 e del 2002.

In campo abbiamo visto alcuni tra i migliori giocatori del basket europeo e per il secondo anno di seguito il titolo di MVP è andato ad un greco: Dimitrios Diamantidis (MVP 2007) è il successore di Theo Papaloukas (MVP 2006), ulteriore conferma della crescita esponenziale del basket ellenico.
Una partita intensa, con il Pana chiaramente a proprio agio nell’atmosfera casalinga rovente, mentre un CSKA disorientato comincia con 2 banali palle perse in pochi minuti.
Chiaro che una corazzata come quella russa non ci mette molto a trovare la concentrazione, è solo il preludio di una partita combattuta fino all’ultimo, esattamente quello che ci si aspetta dallo scontro tra la squadra campione in carica e quella costruita per vincere.
Nel primo quarto scopriamo Becirovic (6) in serata, sicuramente motivato e in cerca di rivincite. Per i russi, Holden (11) fa del suo meglio ma la squadra ancora non risponde come dovrebbe. L’ingresso in campo dei due compagni di avventure nella Nazionale ellenica, Diamantidis (15 e 3 assist) da una parte e Papaloukas (23 e 8 assist) dall’altra fa respirare aria di derby e la sfida si accende, il quarto si chiude 18-17.
Nel secondo quarto Tomasevic (16) e Hatzivrettas (10) iniziano a scavare il primo solco, malgrado Savrasenko (4) cerchi di dire la sua soprattutto in area. I verdi vanno così a riposo con un vantaggio in doppia cifra, 46-36.
Nella terza frazione Papaloukas sale in cattedra e mostra, se ancora ce ne fosse bisogno, le motivazioni del titolo di MVP 2006: tiene a galla i suoi, con l’aiuto di Torres (9). La squadra di Messina reagisce difensivamente e sembra riprendere in mano le redini della partita, costruendo un parziale di 11-0. Ma Diamantidis e Tomasevic riportano il vantaggio e il Pana chiude il quarto sopra di otto lunghezze, 65-57.
Ultimo quarto: è tempo di scintille, com’è giusto che sia in una finale. Van den Spiegel (6) e il leone Matjaz Smodis (18 e 8 falli subiti) fanno vedere i muscoli ma chi conosce Smodis lo sa bene, se viene provocato prima o poi reagisce ed è un peccato perché in un momento così delicato della partita un gesto di frustrazione, sebbene comprensibile, può compromettere la prestazione: Matjaz prende un tecnico per fallo su Vujanic che costa ai suoi il -9 (69-60 al 32′). Forte di questo momento, il Pana spinge sull’accelleratore, trovando sulla sua strada il solito Papaloukas e un redivivo Langdon (16). I lunghi greci, con Tomasevic e Batiste (12 e 5 rimbalzi) risultano decisivi in quello che sembra ormai l’ultimo atto (83-73 al 37′), ma…quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare… Smodis si fa perdonare e piazza una tripla, Langdon ne infila altre due ed il CSKA si trova a soli 2 punti a 51” dalla sirena (2 punti, il destino è già scritto). C’è ancora tempo per gli ultimi brividi: Batiste segna mentre Langdon e Smodis falliscono. Arriviamo così ai tiri liberi di rito, quelli del fallo sistematico, che pesano su Vujanic e Siskauskas (20 e 11 falli subiti), tutti e due a segno. A niente vale la tripla di Holden sulla sirena. Il Panathinaikos vince 93-91 (i fatidici 2 punti) e si laurea campione d’Europa. Coach Zelimir Obradovic si aggiudica così la sesta Eurolega della sua carriera.
Una nota sul finale dalla parte degli sconfitti: vedere Papaloukas piangere in panchina fa riflettere sul carisma e la personalità di un campione. Ha vinto tanto e questa non era certo la partita della vita per lui, eppure in campo butta sempre il cuore, sempre la stessa voglia di vincere. Tanto che anche una sconfitta da campione in carica brucia fino alle lacrime. Ma qualche giocatore non basta, il Pana ha vinto perché ha giocato da vera squadra. Potremmo parlare della differenza tra un campione e un giocatore normale, mi limito a citare Badrose che nel suo articolo Clutch City – Heart & Soul (sezione NBA) ha parlato di cuore e anima. È vero, vince la squadra che le butta in campo.

2007: UNA FINALE EUROLEGA DA RECORDS

CSKA – 91 punti. Il più alto numero di punti segnati in finale Eurolega dalla squadra perdente.
Annulla il precedente record del 1988: il Maccabi segnò 84 punti perdendo contro Milano (90-84).
PANA e CSKA – 184 punti in due. Si piazzano al secondo posto per punteggio, al primo posto rimane Maccabi Elite Tel Aviv – Skipper Bologna del 2004 (192)
PANATHINAIKOS – 28 punti in un quarto. Il record precedente: 2001, Tau Ceramica in Game 5 contro la Kinder Bologna.
RAMUNAS SISKAUSKAS – 12 punti ai tiri liberi. Il più alto numero di tiri liberi segnati in una finale. Divide il record con Manu Ginobili, 12 nella finale che il Pana vinse a Bologna nel 2002.
MATJAZ SMODIS – 11/12 da 3. Ha mancato per un soffio il record dei tiri da tre realizzati/tentati senza errore. 11/11 prima di sbagliare il 12esimo. Elmer Bennett detiene il record con 10/10 nel 2001.
THEO PAPALOUKAS – 9/10 da 2. Il più alto numero di tiri da 2 in finale Eurolega. Eguaglia il record di alcuni grandi come Zoran Savic, Dino Radja, Dejan Bodiroga, Nate Huffman, Victor Alexander e Rashard Griffith.

Una considerazione finale che non può non saltare all’occhio leggendo queste curiosità: i records precedenti vedevano coinvolte diverse italiane. Inutile dire che lo scenario quest’anno è stato molto diverso. Crisi di talenti? Carenza di soldi? Qualunque sia la ragione, in Europa a livello di club stiamo perdendo colpi e Spagna, Grecia e Russia la fanno da padroni. Chissà se riusciremo di nuovo a conquistare il posto che ci spetta…ma questa è un’altra storia.

Disegni di Daniela Di Stolfo

Pubblicato su Slambasket.net – 8 maggio 2007

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